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mercoledì 1 dicembre 2010

AMO...

Quindi dico “a cosa serve essere seri quando intorno c’è tutta questa tristezza?”
Non sarà mica il caso di farsela, una risata? No dico. Vogliamo stare tutti seduti a piangere e/o lamentarci?
Questo discorso lo dico a me stessa. perché quando scrivo mi dicono che sono risate amare.
E’ vero. Ma almeno si ride, sommessamente, con l’occhio che si impalla ogni qui e là, tra un fugace pensiero di evasione e la voglia inaspettata di vivere per stirare colli e camicie…
Insomma qualcosa scatta dentro.
E quindi sono qui che di nuovo vado veloce sulla tastiera per ridere. Si perché io rido da sola. Sempre e comunque. E se mi incontrano sbuffo che è normale, visto che va di moda. E visto che piove, e che ho male al collo, e poco tempo anche per fare plin plin.
Ma poi mi si apre uno squarcio nel cuore, e penso a chi questa scatola di pennarelloni colorati non l’ha mai posseduta. Quei jumbo carioca che mi porto in giro sempre e che ogni tanto dimentico, quelli che quando sono triste spuntano fuori e mi disegnano una margherita sul pancreas, o sul colon, o lungo la trachea. O sulla fronte. O mi colorano di giallo un solo dente, per cui quando mi guardo allo specchio non posso non ridere.
Quindi visto che fa freddo, mi annoio e sono ancora al chiodo, ho deciso di fare l’elenco delle cose belle. Al contrario del post “ODIO”.

AMO (oltre al fidanzato e famiglia –lady tremaine inclusa, che è scontato):
- il piumino del letto
- i baiocchi del mulino bianco
- la bilancia quando si rompe, un po’ prima di scoprirlo, quando ti pesi e ti ha levato secchi due chili. Che brevissima goduria
- le castagne tritate, arrosto, bollite e nel mont blanc
- restare a letto e spegnere la sveglia
- il sabato mattina col caffè la musica il pc e i libri e tutto il weekend ancora davanti
- cadere e scoprire che non mi sono fatta niente (cioè due minuti fa che sono andata a fumare una sigaretta nel cortile e per spegnerla visto che pioveva ho corso, sono scivolata, mi sono ritrovata stesa faccia a terra in spaccata e poi mi sono anche resa conto che per miracolo non mi ero fatta niente. Si, lo so che gli altri ridevano, ma questo non è importante. Ridevo anche io)
- vedere qualcuno che cade sapendo che non dovrò correre all’ospedale (una volta, lo so è cinico ma non posso non raccontarlo, ho assistito a mio nonno che di culo si è fatto due rampe di scale curva compresa tra un piano e l’altro. Avevo 12 anni e ho riso più di quando guardavo jerry lewis) (approposito. Non si è fatto nulla)
- vedere qualcuno che odio con i lividi (anche questa è cinica ma non posso non scriverla. Arriviamo a scuola e la prof di italiano, completamente rincoglionita, ha un ematoma gigante in faccia e un occhio modello esorcista, completamente rosso. Ci racconta che è caduta dalla sedia. Poi per stemperare – noi già ridevamo – si sbaglia e invece degli occhiali da vista inforca con fare deciso un paio di rayban a specchio rossi. Lì un goccino di plin plin me lo sono perso.
- Guardare i pezzi di filmati di paperissima (non la parte italiana, ovvio, ma i filmati dove ci sono i bambini che si fanno malissimo, gli animali che fanno cose assurde, i motociclisti che fanno dei botti mostruosi o le coppie che si sposano e lei o lui si addobbano sull’altare cadendo rovinosamente)
- I ristoranti dove entri e senti subito quel teporino che ti apre lo stomaco. Quelli che di inverno hanno quella luce calda da camino e ti viene subito in mente la polenta con le spuntature e un bicchiere di rosso da 15 gradi, che esci con le mani che sembri pacciani per quanto sono gonfie e rosse;
- Camminare per roma a maggio verso le cinque di pomeriggio che la luce è arancione e il cielo ancora blu elettrico e passi davanti alle vetrine sognando di portare una quaranta per comprarti vestitini corti e svolazzanti da indossare con gli stivali da cubois;
- L’acqua del mare quando è inaspettatamente calda, che non si fanno le dita a prugna (citazione della mitica andreozzi) e puoi fare le verticali e la balena per tutto il tempo che vuoi
- I pranzi con le mie amichette che sono a base di soli carboidrati con intermezzo di pettegolezzi e malignerie che se dall’alto ci sentissero e ci dessero ragione sarebbe peggio di uno tsunami con le vittime che mieteremmo;
- Le mou al caramello che per circa 7 minuti non ti permettono di proferire parola per la quantità di ipersalivazione appiccicosa che hai in bocca, con i denti come quando il dentista ti prende il calco per l’apparecchio;
- La coccacola fredda in bicchiere con la fettina di limone e un pezzo di pizza rossa per colazione dopo la sbornia della sera prima, che assorbono l’iperproduzione di succhi gastrici e attenuano le pulsazioni alle tempie che se ti cade qualcosa per terra non puoi neanche ipotizzare di chinarti senza che una molotov ti esploda nel cervello;
- La telefonata dal telefono fisso con la cornetta che non diventa un forno crematorio dopo 5 minuti, sdraiata sul divano con sigarette posacenere acqua minerale e snack in previsione delle 3 ore di chiacchera che spazia dal tempo al fidanzato, allo stivale doc sino al pelo dell’alpaca e i peli superflui della vicina sarda;
- I pennarelli colorati mentre stai al telefono con un cliente/collega in azienda, che mentre cerchi di seguire il discorso e di infilarti nelle mille magagne ti tengono compagnia e ti permettono di fare mille ghirigori colorati sul blocco;
- Le verdure al sugo della mamma che ti fa per irretirti a cena e siccome sei a dieta pensi che se te ne mangi 6 chili non ingrassi perché in fondo è erba condita e contiene solo acqua (senza contare scarpetta, mozzarella per antipasto, 14 fette di pane, tre bicchieri di vino rosso e biscotti della colazione per dessert);
- La lady tremaine che ti compra le caramelle nel negozietto dietro casa dove vai mai mentre lei ci va dopo 3 ore di treno da milano;
- La nonna quasi novantenne che è più moderna di me e ti dà le dritte su come vivere questa vita senza tabù (“amove, la cosa più impovtante è che tu ti venda conto che non si può vivere lamentandosi, bisogna veagire, quindi valuta tu cosa è meglio pev te, ma consideva che non esiste nulla che abbia solo aspetti positivi, nella vita. Quando cambi stvada qualcosa tvovi e qualcosa pevdi”);
- Gli orecchini a lampadario che mi ha regalato l’amica del cuore, tutti brilluccicosi che sembrano fatti di brillanti veri, e che mi fanno fare sempre una porca figura anche se mi metto il jeans e la Tshirt;
- I bambini in generale, così puri e con una pelle lucente e nuova, con quegli occhi colmi di speranza e di buonumore. Pronti ad essere traumatizzati da noi adulti inquinati di paura e condizionamenti. Se potessi esprimere un desiderio vorrei riconquistare quello sguardo, per potermi affacciare al mondo e riscoprire tutto da capo.


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