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lunedì 15 novembre 2010

scusa sono stra bisi

Ecco, sono stra bisi, click.
e attacco.
mi chiama mia madre. sto affondando nelle carte, è pure domenica. "amoreeee! svegliata ora???"
"sono le tre di pomeriggio, mamma. svegliata ora de che".
"ah scusa, pensavo...che fai di bello? hai visto che giornata oggi?"
"io sto lavorando mamma. no, non l'ho vista la giornata, e manco la voglio vedere"
"vabbè...."
"senti ora ti lascio che continuo a lavorare"

perchè se non sei una MITICA la vita mica sempre ti sorride.
Perchè siamo come missili carichi di uranio impoverito. veniamo sparati a 300 all'ora e poi quando esplodiamo siamo contaminanti. e contaminati.
Io qui nel mio viaggio verso the goldencer (la poltrona d'oro) mi ritrovo col dentino consumato. Mica perchè mordo (anche se quasi quasi tornerei bambina) ma perchè la notte è tutto un cigolino. alla fine mi sono ritrovata dallo gnatologo. non è una parolaccia, e soprattutto non è il modo di chiamare una prostituta-uomo. ma uno che studia i movimenti della mandibola e che vede come sei ridotta a seconda di come mastichi dormi cammini e ciancichi la gomma.
quando sono andata da lui ero convinta che il mio fosse un problema di cervicale, ma poi mi hanno convinta che lui avrebbe dato la risposta. tu dici "che cacchiarola c'entra la mandibola se mi fa male il collo anzi direi meglio una scapola?" beh. queste sono come le storie che si sentono ogni tanto... "gli hanno levato una ciste ed era piena di denti?" "ma ce l'aveva in bocca?" "no, sul gomito".
o anche "una volta mia zia era bloccata con la schiena, è andata da tutti i medici e niente, poi le hanno levato un molare ed è passato tutto".
quando mi sono presentata dallo gnatologo avevo la stessa sensazione. "E' vero che la cervicale può dipendere dalla bocca?" "beh, in alcuni casi si" e mi fa vedere la foto di una con una scucchia della madonna che quasi quasi lo mando a quel paese. io mica sono così. "ma questa ha un scucchia pazzesca!" "si chiama prognatismo" (vabbè facciamo il gioco delle parole difficili? allora gonorrea dismenorrea menarca pleura e aneurisma e ossimoro, ossiuro, triage, cenotafio, indarne) (tiè).
e proviamo, va. Mi fa sdraiare sul lettino (e già non ero preparata quindi mi viene il dubbio ..Mi devo anche spogliare nuda? aspetto che me lo chiede, va) e si mette una sorta di preservativo sul dito, poi mi ficca il dito in bocca e mi chiede di aprire e chiudere la bocca, di stringere e mollare, di chiudere e aprire veloce veloce... mi sentivo una demente.
poi si passa alle macchine. Mi montano una sorta di casco da palle spaziale in testa, mi mettono circa 8 elettrodi per la faccia e una piastra con la corrente in mano. Solo allora mi soffermo a pensare mi è venuta in mente la sedia elettrica (non quella del pilates, quella vera). e ora apri chiudi apri chiudi ora veloce più veloce e ora destra sinistra destra sinista e ora gomma... ciancica, di più, di meno, più forte...e ora due apri e chiudi piano e tre veloci e ripeti...
manco fossi nel film di freddy cougar.
diagnosi: non digrigni, qualcosa di peggio: serri i denti talmente forte che se ti metto il bite diventa una fila e fondi craft. quindi? quindi per un mese non mangiare niente che fa croc.
avete idea? sono stanca, stressata, e devo pure pensare al suono che fanno gli alimenti prima di mangiare. carote no. e sticavoli. mele no. evvai. patatine no, pane no, coni no, biscotti no, cioccolata dura no, insalata no, cipsters no. una vita di stenti.
ecco quindi ora il problema ce l'ho solo la notte. ma cacchio se faccio carriera.
mentre scrivo sto qui con la colite spastica che monta peggio delle mentos nella cocacola diet.
sto buonina che se mi muovo di scatto parto a razzo.
e approfitto per fare quelle 2, 3000 telefonate ad ora, per parlare con i clienti e con i colleghi. che meraviglia. se devo trovare una strategia dire 3 clienti e un collega ogni 60 minuti.
E dire che mi trovo meglio col cliente.
perchè quando fai carriera non sei solo. sei contornato di gente che ti odia e che non vede l'ora di trovare una falla. quasi quasi gli faccio vedere le mutande che ho oggi. quelle di charlies'angels, rosa coi bordi verdi. e ho pure il calzino bucato. no, loro vanno oltre.
è bello perchè poi quando andrò in pensione mi farò il porto d'armi. se mi abituo a questo andazzo va a finire che vedrò pupù in ogni sguardo...
la conversazione davanti al distributore è davvero surreale. "ciao, come va?" "bene, anche se questo weekend ho lavorato..." "ma dai, anche io, lascia perdere" "no, non hai capito, io non solo ho lavorato il weekend, mi sono anche fatto 3 operazioni nelle ultime 2 settimane!" "sehhh perchè io allora? sarà un mese che faccio le 11 qui dentro" "perchè scusa ti credi che io una volta a casa smetto? maaaagariiii! io continuo. pensa che ieri notte alle 2 ero ancora al chiodo" "ti capisco, calcola che l'ho detto, a mia moglie. prendi i pupi e vai dove ti pare perchè io devo lavorare" "ah no, io mia moglie l'ho lasciata al mare, d'altronde chi ha tempo?"

beh. dico ma uno che passa e sente questa conversazione come dovrebbe reagire? Ti fanno sentire cogliona perchè hai una vita! non è possibile. Ancora mi ricordo una volta, appena arrivata in azienda. dovetti prendere il treno di mattina prestissimo (le 8, sì, per me è prestissimo trovarmi al binario con dente lavato e vestita da pinguino con 24 ore alle 8 meno un quarto) con un giovane collega. Io che non vedevo l'ora di riprendere il sonno dopo quella pausa di trasferimento da sveglia, tra letto e vagone.
il tipo era già lì. solo a vederlo mi vengono le madonne. è fresco come una rosa, col chiacchericcio inutile, quello che se stai zitto capace che vinci pure qualche cosa.
si siede di fronte a me e tira fuori il computer. "non sai le cose che ho da fare". io vaga cerco di spingere l'angolino di CHI che fa capolino dalla borsa. prendo il fascicolo. lui si mette a scrivere e a parlarmi in simultanea. Ho un sonno bestia. come quando vai ai convegni noiosi che ti cala la palpebra e non c'è davvero speranza di combatterlo, il sonno. mi dice che non sopporta di lavorare con i fannulloni. "sai, quelli che alle 9 di sera gli cade proprio la penna sul foglio". e certo. dopo 12 ore sti stronzi come si permettono? lo guardo come se fosse un koala albino. mi chiedo se è marsupiato. mentre blatera di bisnes plans e capital expenditures e NAV (che pensavo fosse come la barc, o il tren, o l'aer) e l'IRR (dal latino tipo rosa rosae rosae? no perchè la prima coniugazione latina me la ricordo...) (ah no, forse è spagnolo...quero ir...). mentre parla gli si arrossano le orecchie. è agitato. mi viene in mente, e non so perchè, la razza di quei gatti senza pelo. che sono no brutti. di più. ha le orecchie da gatto grasso calvo.
mi viene un pò da ridere ma a prevalere è sempre il sonno. annuisco in segno di grande complicità con intercalare tipo "davvero assurdo..." lui prosegue. lascerebbe l'intera famiglia per entrare nella banca di investimenti più quotata. io sono sempre più interessata e mentre parla cerco di pensare a come si chiama l'amico di uinni pù quello tutto rosa piccolino. e nel frattempo mi dò i pizzichi sul coscion per non fare la narcolettica. dopo 2 ore sono esausta. preferisco la roulette russa, la goccia cinese, la macchina con la ruota che ti legano mani e piedi e tira nelle quattro direzioni, gli spilli sui fianchi, la sabbia negli occhi, l'odore di vomito... tutto ma questo supplizio di questo opossum col colera no.
non ce la faccio più. indecisa se mandarlo a fanderetano o alzarmi e sedermi altrove opto per la terza ipotesi. quella che mi protegge. prendo il fascicolo e inizio a leggiucchiare a voce alta... borbotto un "...madò se non mi leggo tutto alla riunione sono cavoli....". lui mi guarda con occhio ammirato. alzo il foglio A4. lo alzo quanto basta a coprirmi la faccia. faccio un patto con l'inconscio "braccio, io ora mi faccio pennica. tu resta così, se quando rinvengo non ti trovo rigido nella stessa posizione ti faccio menare dall'altro braccio e ti pesto una mano col piede". e poi sprofondo fino a milano.
il problema è che il viaggio è andata e ritorno, e questo formichiere stitico me lo porto dietro anche al ritorno. io sono stremata. dopo 5 minuti che siamo di nuovo seduti uno di fronte all'altra gli guardo i gadget (non pensate male, maliziosi). ha ipod, ipad, iphone, e computer. oltre alla 24ore della tumi (anche io all'inizio pensavo fosse una rivisitazione della canzone della carrà, tuga tuga...mi piaci mi piaci mi piaci mi piaci mi pià....) invece pare sia una marca figa. il fay e le tods. il gessato con panciotto. gli occhiali di d&g, la montblanc e i calzettoni di gallo.
Mi sale il reflusso. "quanti anni hai?" mi assale un dubbione. "32". sorrido. mi alzo. forse mi sono anche cagata sotto. quando una cosa ti terrorizza non controlli nè puoi pensare di controllare tutte le funzioni vitali. E' peggio di quel gremlin col ciuffo bianco. si riprodurrà, e renderà questo mondo un letamaio di nerds.
decido di prendere posizione. "scusa sono esausta, ora dormo". spalanco la bocca e come dice lo zio di un amico che vive alla garbatella..."ciccia ar culo".

Appunto, dicevo del sono bisi. arriviamo al weekend. io che sogno una casa rosa con mille pattine e il ferro da stiro che brontola sulla tavola, con panni freschi di bucato e un fazzolettino in testa tipo l'olandesina del detersivo di quando ero piccola, mi ritrovo col computer acceso, un pacco di documenti sul tavolo, e mi faccio una moca di caffè per quattro in tazza grande. il look è quello da "tanto non mi vede nessuno". boxer verdi con i coccodrilli disegnati. camicia da notte sopra effetto culona, maglione sale e pepe di cachemire perchè voglio stare calda e comoda. pantofola a prova di stupro. mi alzo alle 10 e mentre bevo litrate di caffè inizio a sbirciare nei documenti. è tutto in disordine. cosa li paghiamo a fare i collaboratori, ancora non lo so.
dopo tre ore di lavoro mi arrendo. chiamo il collega più anziano. "qui è tutto un casino, credo sia necessario vederci oggi pomeriggio e sistemare le cose". "hai ragione, vediamoci domani alle 7 e mezza così per le 10 abbiamo sistemato tutto". attacco. piango un pò, mi sniffo le cialde della lavatrice con ammorbidente, guardo la foto di doris day, passo 5 o 6 volte davanti al sasso della gled che spruzza profumo, faccio 3 pipì, mi mangio 3 biscotti e le unghie di tutte e due le mani, guardo se qualcuno mi ha cercata sul cellulare (no) e poi mi metto a lavorare. faccio un viaggio nei numeri. alle nove di sera ho finito. il foglio sul pc è tutto rosso. le revisioni appaiono così. sembra così coerente. scritte col sangue. mi preparo il minestrone e poi mi vedo report. così rivaluto la mia posizione. mi rendo conto che ancora non mi sono avvicinata all'acqua, oggi. sono ancora in camicia da notte. mi sento come i sopravvissuti (mancano i ratti e poi faccio la serie completa). mi distraggo mentre metto il sale in pentola. finisce che mi mangio i cereali davanti alla tv. Mi chiama il fidanzato che ha passato la domenica in relax, a casa, a fare il MITICO. decido di reagire, mi lavo e mi tiro a lucido, mi metto pure il vestitino a fiori, prendo la puledra, mi sparo la musica sotto il casco. concentro un weekend nelle tre ore che mi rimangono. quindi: fumo, mangio, bevo birra, guardo un film, controllo yoox, chiacchero col fidanzato e sto al telefono con l'amica, gioco col gatto e mi faccio i piedi, stiro un paio di calzini dal divano e dormo 5 minuti, cucino un nuovo minestrone, dico barzellette e parlo di tutto. Sembro una cocainomane. mi sento come un disco a 33 giri se ti dimentichi di spostarlo e lo lasci che gira a 45. (se non sapete di cosa parlo mi pare inutile leggerlo, questo blog, perchè io ho un'età e non è roba da lattanti). vado a letto alle due. e quando mi sdraio sparisce il sonno. domani domani domani alle 7 mi devo svegliare prima oddio non sento la sveglia e poi che vita è ma come faccio e il fascicolo e domani che cosa mi dirà il socio che sembra un morto vivente?
ecco.
"pronto? che combini?"
"sono le 10. è lunedì. sono in azienda."
"che tono... tutto ok?"
"ti richiamo. sono bisi"

sto pensando, per condire il tutto, di comprarmi il cilicio.

ps. una volta a 16 anni per colpa di un disco 33 giri messo a velocità 45 mi sono pisciata sotto dalle risate. ero in salotto della mia amica. eravamo in 8. io, lei, la sorella, la filippina, la madre, il padre, i suoi nonni. non male. bei ricordi. io ci vivo, di questi bei momenti.

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