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martedì 23 novembre 2010

aa bambolina

sto per vincere la bambolina.
oggi è una giornata speciale.
perchè forse riesco ad andare alla fiera, come ogni anno, e a giocare con le famose tre palle e colpire la pila di barattoli. solo che forse forse questa volta riesco a buttarli giù tutti e finalmente me ne torno a casa con un pelouche enorme o con una bamboletta. come? prendendo coraggio e sfidando anche un pò la sorte. tirando forte oltre ogni limite, credendoci, e soprattutto fregandomene della gente che ride intorno a me convinta che sono un pò soggetta. magari mi metto anche gli occhiali da vista. con cui ho qualche problema da sempre. mi fanno l'occhio un pò mongolo. ancora me lo ricordo: una volta ero in motorino e mi sentivo molto faiga, solo che volevo provare a lasciarmi gli occhiali sul naso. così al semaforo mi sento gli occhi due ragazzini puntati addosso. non ho mica le palle di girarmi e poi prendo coraggio. mi giro col sorrisetto. questi di tutta risposta si girano di scatto e passano col rosso. ora, potrebbe benissimo essere che erano di fretta, che uno dei due aveva che ne so, la cacarella, o che il filo dell'acceleratore si era rotto proprio in quel momento. sta di fatto che mi sono vergognata. e tolta subito gli occhiali.
beh questa volta voglio tenerli sul naso mentre decido di tirare oltre le mie forze. perchè una volta nella vita io quella bambolina la voglio vincere. in effetti non ci ho mai creduto veramente. gli ho sempre dato i miei 3 euro 3 palle, ho sempre tirato e ho sempre sognato la bambolina. ma non mi ci sono mai buttata davvero, e non ci sono mai rimasta lì a provare provare. era un timido 3 palle secche e via. la signora se ne fregava e la gente intorno a me sembrava già sapere che non l'avrei mai vinta. o forse si. boh.
comunque quest'anno andrà diversamente. mi voglio piazzare lì con lo sgabellino e tentare e tentare. non ci vado neanche più, in azienda. resto lì davanti e tiro palle tutto il giorno. mi brucio pure i risparmi, ma lo devo fare per dimostrare che anche io la bambolina la posso vincere, cazzo. E' un pò anche una questione di tigna. dico se ci pensi mica si può vivere di rimpianti, no?
proprio oggi un signore molto saggio mi ha chiamata per dirmi che lui un giorno aveva il vomito, ha preso tutto e se n'è andato. e ha ricominciato. insomma questo signore, con due palle tante, ha fatto quello che fino ad ora non ho avuto mai il coraggio di fare. prendere se stesso e tirare tre palle dopo tre palle. e ha vinto un panda gigante, rosa e ripieno di pallini di polistirolo. magari gli è costato anche una fortuna. ma oggi quando mi parlava si sentiva che era uno di quelli che davanti alla folla è riuscito a tirare un colpo dopo l'altro e mentre gli altri pensavano fosse matto o esagerato o sconsiderato lui se n'è andato con il panda. gli altri hanno solo speso 3 euro.
ecco.
e se oggi faccio ridere di meno del solito forse è proprio perchè non posso non ringraziarlo, seriamente. per avermi dato la dritta del tiro. che deve essere secco, determinato, senza troppe remore, senza paura, senza guardare la mano ma solo i barattoli. senza esitazioni. un pò come l'uomo rockford, che non deve chiedere mai, no?
quindi facciamo così. io ci provo. anche se al pensiero mi sento male, dopo una vita a sognarla, sta cazzo di bambolina, poi se la vinco che ci faccio? e se poi rimango delusa? e se con tutta la forza e tutta la determinazione alla fine l'ultimo barattolo bastardo con crolla? beh, almeno ci avrò provato. così quando passerò in fiera, in futuro, attraverserò la piazza come un cuboi che ha vinto un duello anche se non ha sparato. perchè per vincere un duello ci sono diverse chance. tu sfidi il nemico e:
quello viene, si contano i passi, si spara, e tu schiatti. e a chi tocca non s'ingrugna (si dice qui nella capitale, milanesi niente niente state storcendo il naso ma quanto ve piaciono i bucatini all'amatriciana, eh?)
oppure viene e si contano i passi, si spara, e tu lo stendi. la migliore delle ipotesi? forse, anche se non è detto. poi un pò ti dispiace e poi rischi di diventare presuntuoso.
oppure viene e si contano i passi, si spara, e tutti e due fate cilecca. e quelli sono cazzi, perchè poi al salun vi tocca scornarvi perchè in effetti non c'è uno che se la comanda di più. siete due seghe e pace e patta.
oppure... lo sfidi e lui non si presenta. questa per me è la vittoria numero uno. hai avuto il coraggio di sfidare, hai messo il cinturone, controllato ansia e cartucce, ti sei presentato, hai atteso. e vinci senza un battito di ciglia. e al saloon sei il re. ecco. io passerò in piazza, davanti alla bancarella dei barattoli, e anche se la bambolina non l'ho vinta posso dire di averci provato, con tutta me stessa. ai limiti del ridicolo, magari anche con la rincorsa. perdendo quell'aplomb da modella di postalmarket che tutti mi riconoscono. anzi, mi metterò la tuta acetata, la fascetta di spugna in fronte e sui polsi, la canotta a rete e le scarpe a gondola, le cavigliere e gli elastici coscia coscia. mi ci porto anche i pesetti e prima faccio flessioni e squot per riscaldarmi. poi prendo le distanze, le tre palle, inizio a correre mentre tutti penseranno "quella è completamente pazza!" e tirerò. tre, sei, dodici, ventiquattro, trecentosei palle.

vi racconto una cosa personale. una volta ero con mio padre, a piazza navona. dove c'è anche la bancarella dei barattoli. all'epoca il mio sogno era il walkman. avrò avuto all'incirca 9 anni, era una sorta di mangiacassette portatile (ovviamente rispetto all'ipod un attrezzo pesantissimo). per vincerlo dovevi tirare un cerchio e catturare l'oggetto agognato che nel frattempo girava in tondo. ci provo e non ci riesco, ovviamente. alla fine forse mosso da compassione mio padre decide di barare e mentre la grassona della bancarella si gira lui col braccio lungo mette il cerchio intorno al walkman. io ero impazzita. inizio ad urlare la nostra vittoria. quel mostro di donna ci guarda e senza una piega ci dice "così non è valido. il cerchio deve entrare fino in fondo." "no,scusi è finito sopra al walkman!" ribatte mio padre. lei ci fa capire, in circa 15 secondi, come deve entrare il cerchio. in sostanza qualsiasi oggetto che girava in tondo era poggiato su dei cubi. il cerchio non sarebbe mai riuscito ad entrare nel cubo. perchè era grande quanto il cerchio, all'incirca. l'unico modo sarebbe stato, con due mani, di farlo calare dall'alto e incastrarlo. insomma mio padre voleva rubare a casa dei ladri. ce ne siamo andati abbastanza incazzati. lui perchè nonostante il gesto poco etico (neanche tipico suo, tra l'altro) non era riuscito a far valere le sue ragioni, io perchè non avevo le cuffie con la musica (i bambini sono fantastici, se ne fregano dell'etica, delle "sole" che si danno e prendono. loro vanno al sodo. celo mi manca. come scrive la mia blogger preferita (http://serinascofaccioilcane.blogspot.com). il resto chissenefrega).
ma da quel giorno io quei regali non li ho più sognati. se non fosse stato per mio padre avrei continuato a pensare di poterli vincere. invece no. alcune volte bisogna osare per scoprire la verità.

quindi domani scriverò cose che fanno ridere di più. oggi voglio concentrarmi.
E VINCERE LA BAMBOLINA. come dice la tipa che ti da le 3 palle...."dddaaaajjjjjeeeeeeee, aaaa volete o nu la volete aaa bambooolinaaaaaaa?"
"aa vojo e mo me la vengo a pijà".

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