due righe di corsa per dirvi che ho incontrato un uomo di potere, con forte accento di provincia (non dico dove, non dirò mai chi è, ma è da raccontare).
La situazione era da film. Sala affrescata, lui e i suoi tecnici di fiducia.
Io accompagnavo persone normali che dovevano parlare con lui per un progetto.
Lui è un personaggio definirei "dell'orrore"
"Dottore... anselmi luisa...molto piacere sà..."
"comodi, comodi, che dovemo da avè le idee chiare qui che sennò se rischia de faconfusione (quando scrivo attaccato è perchè nel sentirlo non c'è pausa, è tutta un'unica parola)
"intanto benvenuti e come dire... noi adesso semoquìpefà andàvanti lprogetto...
Nun che a noiscepiasce de toje gnienteanesuno, ma bisogna che ci organizziamo..."
"si dottore e noi qui stiamo..."
"allora lo sapete già comevolemo procede, no? oraintanto voi non avete niente formalmente, e noi siamo qui pemette le coseapposto"
"sissì"
"allora entro quindiscigiorni medovetefirmàrdocumento, che poi si sistema tutto, si sistema"
"eh si, che così ce sistemiamo anche i nostri fiji"
"numefasciaparlà che nun vorrei dì cose cheme stanno scomode, chesedovessi accontentàtutti qui sarebbe n problema..."
"nonnò dottò noi semo contenti..."
"perchè io l'idee sce l'ho...penzavo de mette na fontana cotutti i colori... e sce butto pure du sirenedebronzo, cemetto, che l'ho comprate e ci starebbero bene..."
adesso. io non ho capito nè quello che diceva nè perchè lo diceva. io ero lì con dei numeri in mano, e la signora da tutelare. Lui aveva un sorriso durbans e parlava di sirenedebronzo e di cose che era meglio non dicesse (secondo me non sapeva neanche cosa dire).
Sono uscita dalla riunione con la colite, e ho capito che siamo in mano ad un manipolo di inetti narcisi e incompetenti.
ma vi giuro che ste sirenedebronzo le vorrei tanto vedere. devono essere il non plus ultra del kitsch.
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