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giovedì 12 maggio 2011

Cheppaura!

Ieri sono andata in libreria e mi sono comprata un libro sulle paure.
Tutte le nostre paure.
Oggi lo prendo, visto che sono in treno, e ripenso al titolo. Le “nostre” paure. Insomma alla fine scava scava abbiamo tutti le stesse paure?
Boh. Per esempio alle elementari un’amichetta della mia amica del cuore aveva paura delle tartarughe.
Ora magari sarà un caso, ma possibile mai che le paure ci accomunino al punto che uno scrive un libro e tutti se lo comprano e tutti ci si ritrovano?
Allora visto che è così voglio fare un elenco delle paure. Parto da quelle banali:
Paura dell’aereo
Paura dell’altezza
Paura del buio
Paura dei ragni, dei serpenti, dei topi.
Paura dei cani, purtroppo.
Paura dei gatti (che delle volte è del tutto fondata)
Paura del mare
Paura delle catastrofi
Paura di morire
Paura del vuoto
Paura dei fantasmi
Paura di fallire
Paura di non piacere
Paura degli squali
Paura del brufolo assassino prima dell’uscita col fico del villaggio
Paura del cancro
Paura delle punture
Paura di essere menati
Paura della velocità
Paura delle folle
Paura degli spazi chiusi e/o aperti
Paura della vecchiaia
Paura del dolore
Paura di amare (questa poi davvero è quella che mi fa più incazzare)

Ma la verità è che ci sono paure fantastiche. Particolari. Direi in alcuni casi anche eccezionali.
Vediamo un po’…
Innanzitutto la mia amica Eleonora alle elementari aveva paura delle galline.
Non è da poco.

Poi c’è chi ha paura di chi ha le labbra sottili. Mica ho capito perché ma pare che chi ha le labbra sottili sia anche in qualche modo diabolico.

Paura delle strade fuori città. Ci sono persone che guidano benissimo in città ma si fanno prendere da veri e propri attacchi di panico appena appena arrivi a raccordo o tangenziale.
Sull’autostrada ce li porti quando vuoi fare loro una violenza.

Paura del rasoio. Non voglio immaginare le loro ascelle.

Paura dei nani. Dico già sono sfigati te pare che devono pure incutere timore? Eddai no!

Paura delle lucertole. Che proprio non si avvicinano, poracce.

Paura dei criceti. E già lì ci posso arrivare visto che sono simili ai topi.

Paura delle persone di colore. Questa è bella perché è simile a quegli ignoranti che sostenevano la diversità organica degli ebrei. Se una persona ha la pelle nera non ci può fare nulla, è comunque uguale a noi, e può decidere di fare qualcosa solo se è Michael Jackson (e comunque con scarsi risultati anche perché a me piaceva molto di più di colore).

Paura della nebbia. Questa ce l’ho pure io. La nebbia è inquietante, e quello che dico è ovviamente banale visto che ci hanno fatto anche un film

Paura di essere derubati. Questa in particolare è stupenda. Un continuo stato di ansia per le proprie cose e la propria casa. Metti l’allarme, i gioielli in banca, tieni stretta la borsa, e controlla chi hai intorno…

Paura di essere fregati in generale. “Eh ma te l’avevo detto, io che quello con quell’occhio furbo ci stava provando….” “amore, quello non ha l’occhio furbo, ma una cataratta”

Paura di infrangere la legge. Questi sono quelli più ligi e apprezzabili da una parte, dall’altra invece sono odiosi. Ad esempio non vuoi trovarti con uno di loro se cerchi parcheggio in centro di sabato pomeriggio. Non si fermerà mai parcheggiando in modo improvvisato.

Paura di essere fraintesi. Questa paura diventa davvero debilitante quando si estende al momento in cui hai raccontato una barzelletta… “no, cioè capito? Il salamino di Pierino in realtà… ahahahah…. Era capito cosa? Insomma il salamino non era vero salamino, ma il …. Capito ahahaha? Il pipolo, il pipino… insomma… ahahah capito no perché Pierino se l’era tagliato… ahahaha capito? Non il salamino ma il pipino… capito come, che la madre gli aveva dato i soldi…”

Paura delle formiche. Ecco secondo me se qualcosa devono suscitare semmai è o schifo, o fastidio. Ma paura no. Mi ricordo una volta, avrò avuto 9 o 10 anni. Ero in campagna da un’amica e stavamo risalendo una collina lungo un sentiero sterrato. Lei era dietro di me e quindi decisi di aspettarla. Mi piazzai nella tipica posizione di attesa. Mani sui fianchi con gomiti larghi, tutto il peso su una gamba e l’altra un po’ da ballerina, col piedino all’infuori. Mi piaceva pensare di essere leggiadra (pensare ho detto). Dopo poco mi sento il piede d’appoggio che formicola. Poca roba. Poi la caviglia e infine il polpaccio. Lei arriva, urla a bestia e mi scappa via. Mi guardo la gamba: era nera di formiche, che viaggiavano all’impazzata. Questi sono i casi in cui ti rendi conto quanto puoi essere veloce a debellare questa roba disgustosa. Diventi come i film di benny hill, che ogni tanto vanno in velocità.

Paura dei cotton fioc. Si. Esiste.

Paura dei tampax. Oh tranquille, non sono mica salamini finti. Niente. Ad alcune donne gli parli di tampax e svengono.

Paura di prendere la scossa. Questa poi ce l’ha il mio fidanzato. Per cui nei giorni in cui si avverte un che di elettrostatico non lo puoi avvicinare senza dargli preavviso e senza toccargli prima la mano. Sennò si incazza. Quindi niente smancerie. Per favore.

Paura di perdere qualcosa. E li vedi, che sono alle prese con continue ricerche. Apri la borsa, oddio dov’è il telefono, oddio ecco lo sapevo, ah no eccolo. E le chiavi? Oddio le chiavi, lo sapevo, ecco le ho perse, maronn’mia, come facciamo adesso? Ah no eccole….

Paura degli uomini in uniforme. Queste persone hanno una vita di inferno. Ogni volta che un vigile fischia o si avvicina gli parte la tachicardia. Quando vedono un posto di blocco neanche a parlarne. Sudano ogni volta che devono fare un controllo all’aeroporto e si sentono a disagio, e pregano, quando passano per il corridoio “nulla da dichiarare”.

Paura degli incidenti. Questo mi accomuna alla mia migliore amica. Sto in motorino e passo da una sensazione di libertà a una visione splatter del mio futuro subitaneo. Basta niente, una macchina che mi taglia la strada, io che volo giù dal guardrail, con tutti i dettagli sanguinolenti del caso.

Paura del commercio di organi. Questi se viaggiano si chiudono a chiave e mettono anche la sedia a bloccare la porta. La mattina controllano di non avere isolite cicatrici (non si sa mai gli avessero prelevato che so, un rene, un pezzo di fegato, il polmone, una cornea)

Paura di essere infettati. E’ una paura invalidante al 100%. Niente mezzi pubblici. In ufficio c’è il salto in bagno (a lavare ripetutamente le mani). Persino a casa non si sta tranquilli, figuriamoci poi se ci sono dei figli. Sono capaci di far adottare il pargolo per una scarlattina. Se sono stati a contatto con persone malate dopo poco sviluppano sintomi psicosomatici.

Paura di strozzarsi. Questa è la paura della mia figlioccia stupenda. E meno male che ce l’ha. Almeno sta attenta quando mangia. Io semmai ho più paura di strozzare.

Ora scappo che voglio approfittare del treno per dormire. Mi piace da matti, testa a ciondoloni, bocca aperta e dondolio. Tanto è un diretto quindi non salto neanche la stazione.

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