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lunedì 28 marzo 2011

cose insopportabili

- mordersi la lingua o la guancia
- pestare la cacca con la suola a carrarmato
- uscire con uno e notare che ha il verduron tra i denti
- la puzza di sebo grasso della paziente prima di te, dall’analista
- quelli che appena scatta il verde ti suonano il clacson
- sbattere il mignolino contro lo spigolo la mattina appena ti alzi
- quando la sigaretta ti si appiccica al labbro e tu te strappi dalla bocca
- assaggiare il sugo ancora bollente e bruciarti le papille
- quando ti guardi allo specchio con i tuoi occhiali preferiti e sono storti e non c’è verso di riaddrizzarli
- mettere per bene i naselli degli occhiali di metallo, troppo largo, troppo stretto…
- sapere che per mettere benzina devi prima fare il bancomat
- quando hai la spesa in mano, devi cercare le chiavi di casa, fa freddo e ti scappa pipì
- il vicino di casa sudato e puzzolente di sigaretta alcol e stantio, in ascensore
- quando ti si rompe un’unghia per cui puoi solo mettere il cerotto
- il taglio della carta in ufficio. Invisibile bruciore
- le macchine in fila che non ti fanno passare ma lasciano un’intera corsia libera
- cercare parcheggio, gioire per averlo trovato e poi vedere che quello dalla macchina fa “no” col ditino
- scoprire che il cornetto algida che hai scelto ha il culetto di cioccolata piccolissimo
- non poter reagire di fronte alla scenata isterica del figlio di una tua conoscente che se fossi la madre lo corcheresti di sprangate
- quando ti entra il fumo negli occhi
- quando non trovi il lembo della pellicola per alimenti
- lavare i tapperware che ti sei dimenticata in frigo da mesi
- sturare la doccia
- farti il caffè e scoprire che hai finito lo zucchero
- quando l’ultima sigaretta ti cade per terra ed è bagnato
- quando il tuo uomo si frega l’ultimo goccio di vino che tieni da parte da tre ore perché nella bottiglia non c’è più
- scoprire che la bomba che hai deciso di dividere ha la crema solo dal lato non tuo
- dividere un supplì e dover fare la scena “ma no dai prendilo tu quello con la mozzarella”
- andare alle eolie e non fare il bagno per i milioni di meduse
- trattenersi la puzzetta quando hai la colite spastica da tre ore e i jeans strettissimi
- allisciarti i capelli e poi dimenticare il cappello la sera umida
- lo zapping in generale
- la frase “dove? Non li trovo/non li vedo”
- il distributore delle merendine che fa tutto il processo ma poi la merendina rimane incastrata lì. E tu cornuto e mazziato.

Ora scappo che devo andare ad un eppenin molto mondano.
Ps. Insopportabile è anche il tacco nel sanpietrino e l’uomo goffo che vuole fare finta di essere tony manero. Giuro che mi è capitato.

positivtinchin

Oggi si sa, è lunedì.
quindi visto che mi sono svegliata ed era quasi buio per via del fuso orario (che molti banalmente chiamano "ora legale", sminuendone la portata) e il tempo era bruttissimo e io mi sento come se avessi il getleg (quella roba quando viaggi e sei ricco che te ne vai lontano e poi ti devi prendere la melatonina...), ho deciso di fare positivtinchin.
cioè pensare a tutte le cose positive.
- ha appena smesso di piovere
- ho il vestito di eicenem (H&M per chi non sa leggere) comodo e che tiene caldo
- domani è martedì
- stamattina il fidanzato mi ha portato il caffè a letto ed è una goduria fantastica
- mi sono fatta la spremuta di arancia quindi sono carica di vitamina c che si vede pure dai capelli, con le punte arancioni
- mi fanno male le braccia dietro (questo è sintomo di ripresa dall'effetto crem caramel dell'inverno, sono andata a fare canottaggio e ho dolori sparsi lancinanti - il corpo reagisce)
- oggi vado a visitare un quartiere di roma. l'EUR. ecco lo scrivo così, almeno lo trasformo in qualcosa di positivo. perchè piuttosto che andare mi farei fuori una scatola intera di fave di fuca.
- oggi mi sono portata il pranzo al sacco in ufficio. ricotta magra e fragole. E' studiata, come dieta. in effetti è da tre giorni che ho voglia di cheesecake e questo menu mi fa tanto pensare che se mi agito molto dopo aver mangiato mischio tutto bene ed è come averne mangiato uno intero.
- tra circa 3 mesi è il mio compleanno e riceverò dei regali (lo so, alle volte per tirare fuori le cose positive devi avere l'occhio lungo)
- ho prelevato al bancomatte quindi non devo più dire "cazzo non ho prelevato" per almeno 3 giorni
- ho un livido gigante sulla caviglia - vuol dire che sono sensibile e che il mio corpo funziona bene e poi ogni giorno vedo il livido che cambia colore quindi sto guarendo.
- ho comprato un prodotto che sembrano matite ma invece le svuoti nel bicchiere e te le bevi e ti fanno dimagrire. questa è una cosa meravigliosa. l'ingegno misto all'utile, il bello e il buono insieme. è un pò come se ti dicessero che la nutella fa dimagrire.
- ho quasi finito i primi 20 quadri di angrybirds. il giochino sull'aipadde. consiglio.
- sono egiziana. nel senso che oggi ho i capelli a piramide, schiacciati sopra e crespissimi sotto. magari sembro oscena ma dentro dentro mi sento come la sfinge.
- ho una carie - è sempre un dato positivo, perchè dopo che me l'avranno curata potrò dire "non ho carie".

che giornata meravigliosa.

venerdì 25 marzo 2011

Sillogismi

Il sillogismo è una cosa facile facile. Se l'è inventato quel geniaccio di Aristotele.
Praticamente è un ragionamento a catena che più o meno funziona così:
se A è uguale a B e B è uguale a C allora A è uguale a C.

E io oggi voglio fare dei semplici sillogismi

Io sono alta
le modelle sono alte
io sono una modella

io fumo sigarette
la sigaretta nei film ammericani le fumavano le attrici fighe
io sono figa

i manager sono intelligenti
gli intelligenti sono brutti
i miei colleghi sono dei cessi

le veline prima o poi finiscono a san remo
io ho una casa a san rocco
prima o poi divento velina

Valeria marini è bionda
io domani vado dal parrucchiere
io domani divento valeriona

il lavoro nobilita l'uomo
l'uomo delle volte è omosessuale
il lavoro è prenderlo lì ove non batte mai il sole

le donne sono pazienti
la pazienza è la virtù dei forti
i forti fanno pugilato
le donne vi spaccano il culo

io scrivo
chi scrive è un cazzone
io sono una cazzona

mercoledì 23 marzo 2011

Cose da non dire mai.

Nooo! Ma non me l’avevi dettoooo! Sta arrivando la cicogna? (ecco. Troppo tardi. Lei non è affatto incinta. Anzi, è a dieta. Io, che la lezione l’ho imparata, non dico nulla neanche quando le vedo al nono mese. Il meteorismo alle volte è incontenibile, non si sa mai).

Amore, non è che non ti amo, è che…. (quello già si è addormentato e pensa “ammazza che rompicoglioni ora mi tocca sorbirmi un’ora di pippa”)

Amore, a cosa pensi? (ma che cazzo di domanda è. Davvero pensate che vi dica realmente quello che pensa? Magari mentre guarda nina moric all’isola dei famosi col tanghino che si sdraia con la cifosi sulla spiaggia senza appoggiare il culo sulla sabbia?)

Io se fossi in te lo farei/direi/fare/baciare/lettera/testamento. (e bravi. Io se fossi in te. Ma siccome di fatto tu sei tu e io sono io, facciamo che io faccio quello che farei io e tu quello che faresti te e io farei quello che adesso si alza e ti manda a cagare).

Secondo me adesso sta proprio rosicando. (riferito a uomini/donne/colleghi/amici stronzi/nemici diabolici/suocere/nuore/mariti latitanti/fidanzati piterpà) (le strategie non portano a nulla. Se sta davvero rosicando vuol dire che dopo ce la farà pagare, in un modo o nell’altro. Meglio la coerenza. O a mali estremi se proprio vogliamo essere sicuri che ci sia una sana e bella rosicata prendete un cacciavite e scrivete sulla fiancata della macchina. Rosica anche se ha una skoda. Ve l’assicuro).

Ah guarda, tanto Dio vede e provvede. (questa è la cattiveria. Io non lo dico mai perché penso sempre che se Dio si ferma un secondino a guardare dentro il saccone dei miei pensieri/parole/opereeomissioni va a finire che mi fa venire una disfunzione alla tiroide e mi fa diventare sora lella obesa in 10 giorni).

Se ti dico che non lo dico a nessuno puoi stare tranquilla. (una volta ho detto a una che mi ero rifatta il naso. Non è vero ma volevo metterla alla prova. E mi sono tanto raccomandata di non dirlo a nessuno. Lei mi ha detto la frase fatidica. Tra un po’ giura pure sulla madre. Tempo un mese amici in comune mi hanno chiamato per chiedermi il numero del chirurgo. A loro ho detto che mi era appena esplosa una tetta, quindi non lo raccomandavo. Devo dire che li ho sviati abbastanza bene)

Stai sempre davanti alla tv. E io? (e brave. Dico brave perché questo è un problema più delle donne. E dopo che l’avete detto? Secondo voi lui spegne la tv, esce, va a comprarvi dei fiori, apre una bottiglia di champagne, accende il camino, vi spoglia, vi fa sdraiare accanto a lui adamitico sulla coperta di pelliccia di giaguaro vero, vi fa i complimenti per il vostro corpo perfetto, vi mette il brillocco nel calice e vi chiede scusa per tutto e poi vi tromba tutta la notte e poi vi sposa e sogna come sarebbe il vostro bambino? Boh. Così a naso mi da l’idea che non sortirete questa reazione).

Amore vuoi che passo a fare la spesa? (questa è degli uomini. Ora se pensate che le donne non siano sospettose siete pazzi. Lei già si starà chiedendo che cosa avete combinato. E non appena tornate, in serie verranno effettuati controlli nelle tasche, nei pantaloni, nel portafoglio e nel cellulare).

No, ho smesso. (a qualunque cosa si riferisca questa è una frase proibita. Perché non si sa mai, potreste ricominciare. Perché è da presuntuosi, perché è meglio dire “io? Mai provato hurrà”. Così non ci sono i commenti, tipo “non ci posso credere? Beato te” “ma come hai fatto?” “anche io una volta ho smesso, ma tanto poi riprendi” “seh dicono tutti così” “ma chi te l’ha fatto fare” “ahahahah” “ammazza quanto sei pesante” “te piacerebbe, eh? Datte tempo e vedi” “coglione”)

Ammazza che rabbino. (questa fa parte delle frasi da non dire mai in assoluto. Essendo tipicamente romana, la traduzione sarebbe “quanto sei tirchio”. Ecco, non si può dire. La mia amichetta l’ha detta a Ester Di Porto, compagna di classe, perché non le dava un pezzetto di pizza. Non vi voglio dire le conseguenze.)

Lascia perdere, sto lavorando come una negra. (questa è una frase pericolosa a seconda di dove la si dice. Direi no per strada, no al telefono con dietro la domestica di colore, no in africa, no nel quartiere Esquilino, no alla stazione dei treni).

you’re Italian? Yeah! My grandma was Italian! Maccheroni! Pizzaaa! (questo è per gli americani. Senza mezzi termini. Come i soliti idioti. Vaffanculo Gianluca. Ma chi se ne frega de tua nonna, e poi sta cosa dei maccheroni, della pizza… ma siete un popolo di ritardati? Cisburghe, checiap, coccacola e pamelonatettona, il serf e le obese. Facchiù).

Ma scusa, ti sei preso qualcosa? (classico commento quando vedi uno che ha dal raffreddore all’alluce valgo. Intanto fatti i cazzetti tuoi. Poi preso qualcosa cosa? E tra le righe mi dai pure dell’idiota? In italia regna la chioccia col sacchettone di medicine. Basta. Siamo adulti. Le farmacie sono dietro l’angolo, e se voglio stare male senza medicine sono affari miei).

Certo, sei vestita leggera. (questa è per mia madre. Quando dico la frase “ho freddo” lei dice istantaneamente “certo sei vestita leggera”. Questo lo dice senza neanche guardarmi. Capace che ho i moonboot col pelo fino all’inguine, la pelliccia di castoro selvatico di mia nonna con le spalline a mazinga, i pantaloni di lana cotta alla zuava calze e superpippo, passamontagna e sopra colbacco di cane lupo… per lei è uguale. Poi le fai notare gli strati, i peli, i doppi calzini, e dice “ah, beh, oggi ti sei coperta, ma di solito ti vesti sempre leggera”)

Amore non li trovo. (qualsiasi cosa stiate cercando. Sono sicura che la frase è uscita troppo presto. Sicuramente non avete ancora ravanato ovunque. Se poi siete maschi e state cercando, che so, gli stuzzicadenti, la frase esce fuori varcata la soglia della cucina, prima di entrarci fisicamente).

lunedì 21 marzo 2011

lo iogurtino

sono in azienda dalle 9 e 30.
a pranzo mi sono mangiata una di quelle insalate che sembrano le gommine da cancellare di quando avevo 7 anni. odore e consistenza esattamente identiche. c'era pure l'uovo, con un tuorlo improbabile giallo chiarissimo che già mi sento la salmonellosi che si annida ovunque. e poi alle cinque altro che fiesta. non ci vedo più dalla fame. mi sono ritrovata a sgranocchiare con foga il tappo della penna. ipersalivazione. mi sono ricordata che avevo le gomme. provatele. sono da sturbo, sono le vivident cube blast alla fragola. praticamente mini big babol alla fragola. ne ho prese a botte da quattro. la mia compagna di stanza mi guardava schifata mentre cercavo di non sbrodolarmi. a parlare neanche il tentativo. Ma non si è placato nulla. mi sono mangiata una wasa. quelle dell'ikea, dai. secche peggio di una manciata di sabbia e calce. che ti rompono un pò le gengive e si piazzano sui denti che alla fine di ritrovi con l'indice che ravana dalle parti del dentone del giudizio.
ma niente. ho bevuto l'acqua. niente. poi mi è venuto in mente lo iogurtino. perchè fa bene alla salute, è un ottimo snec. scritto come si dice. mi sono comprata un fantastico "duettino". iogurtino magro al 2% con una parte di vaschetta piena di miele e il tappo con le noci. apro. lo vedo un pò rilassato, come corpo. comunque ci verso il miele. poi le noci. infilo il cucchiaino per girare. iogurtino si ribella e straripa. dalla ciotolina, sul tavolo, sulle mani, sulle calze e il maglione, per terra.
Ricotta allo stato puro. con i conati di vomito pulisco con un foglio A4 che sparge il tutto ancora peggio. dopo circa 15 minuti in cui ho dovuto pulire tutto decido di mangiarlo. E' quasi brodo, caldo, liquido. dolce peggio delle rossana, con i pezzetti di noci che sono vecchie stravecchie, amarissime. e poi il fondo acidissimo.
due cucchiaiate e tra la puzza di rigurgito sui vestiti e l'acido in bocca mi sento morire. si getta tutto. nel cestino, poi si prende il cestino e si butta nel cestino del cesso (c'era anche l'insalata di gomma, dentro, e lo iogurtino con il miele, l'olio pezzetti di uovo e aceto non lega).
sono tornata alla scrivania. infervorata.
ho trovato le monete. E' stato un attimo. a passi lunghi e ben distesi, senza guardarmi intorno sono entrata in caffetteria, ho infilato le monete, con violenza aperto il coso che ti trancia la mano prima di acchiappare la merendina. e mi sono sparata un fantastico, eccezionale, meraviglioso, ricco, succulento
BUONDI' AL CIOCCOLATO.
iogurtino, vai a farti fottere.

domenica 20 marzo 2011

da agrume a frau

oggi ho male alle gambe. come delle fitte.
come se mi stessero smagliando le calze anni 80, prima dell'invenzione della calza di lycra.
come una sorta di bruciorino. da seduta è proprio sui lati.
il fastidio si estende da sotto chiappa a pre-ginocchio.
ho capito. mi sto evolvendo.
sto passando da buccia d'arancia a materasso a molle indipendenti con impunture modello frau.
sto diventando proprio costosa.
che culo.

I Supperoi

Dopo l’unitàdditallia mi sono accorta che siamo tutti più forti. E’ per questo che oggi ho deciso di trattare un tema delicato, condiviso, che fa parte di ognuno di noi. Voglio parlare dei mitici supperoi.
Chi di noi nell’infanzia non ha sognato di esserlo. O di conoscerlo, un supperoe.
Partiamo dal più gettonato:
suppemen. Col tutiolo rosso e blu, la esse davanti. Il capello versione mora di zed (solo chi ha una certa età può ricordare zed, nel programma di raffaella carrà). Aveva dei superpoteri della madonna, Suppemen. Intanto si cambiava e si metteva il tutiolo nelle cabine del telefono roteando su sé stesso e nel frattempo si metteva pure le lenti usa e getta. Si perché da soggettone sfigato nella vita aveva gli occhiali, come al bano. Provateci voi, no? Io già quando mi metto i gins e gli stivali mi affatico a spogliarmi!
Poi era velocissimo, volava, e si faceva passare sopra dai treni come quando io vado dall’estetista. Senza fare una piega. E poi con quell’infanzia troppo bene è cresciuto. Vi ricordate che per vedere la mamma doveva usare tutti i ghiaccioli, nella caverna. Guai a chi parla male di suppemen, che tra i bipolari è quello riuscito meglio.

Bademan. E’ talmente famoso che gli hanno fatto pure una marea di films. Bademan normale, bademan che inizia, bademan il cavaliere oscuro, bademan e robbin, bademan e gein. Ah no, quello era tarza.
Comunque bademan era proprio tenebroso. Tipo l’uomo di rockford, che non deve chiedere mai. E aveva la bademaghena che era fantastica. Altro che la skoda de mi zia. Ecco a voler trovare un difetto forse era un po’ troppo viziatello, col cameriere/maggiordomo e anche lo schiavetto che porello rispetto alla tuta di bademan aveva un costumino verde e giallo. Secondo me era per sviare, lo metteva bello bello in prima linea così di notte accoppavano lui, e lui poi faceva il fico col mantellone. Poi aveva pure il batlicottero o come si chiama. E comunque anche se soffriva d’insonnia era fico uguale.

Uondeuoma. Lei per me è proprio un mito. Intanto vi sfido a mettervi un body come il suo. Che sembra carenato a vita alta. Poi manco era scosciato. Io ci starei una chiavica. Poi aveva le tette come venusia (ve la ricordate? Quella di Goldrake che invece dei pugni rotanti gli partivano le tette…) e gli stivali con le stringhe fino a meta coscia…e anche lei si cambiava come suppemen. Mi sa che la cabina l’avevano affittata in duplex. Lei aveva anche due reggipolsi che gli facevano da scudo, tipo panatta ai tempi d’oro ma non per asciugarsi il sudore, ma per far rimbalzare i proiettili. In comune co suppemen credo che abbia anche la miopia, perché pure lei si disfava degli occhialoni. L’unica cosa che per me rimane un mistero sono i capelli. Mentre era Linda (si chiamava così, mi pare) aveva dei capelli fantastici. Lunghi e setosi. In costumino invece diventava una fonata col boccolo, col capello alla ginona Lollobrigida. Forse sono le piroette in cabina telefonica.

Scpaiderme. Il supperoe più amato dai ragazzini. Da noi grandi un po’ meno perché è sempre stato un po’ rachitico. Però è normale, faceva certe robe…e poi con quel dono di avere la bava sulle mani poteva permettersi di tutto. Magari il tutiolo lo potevano fare un po’ meno cheap, si vede che è cinese. Poi lui si arrampica. Ovunque. Ha i piedi come quelli di sampei solo che sono coperti dal leggerissimo strato di lycra. Che come ho detto è l'unico suo punto debole oltre al rachitismo. Poi almeno al contrario di suppemen nella vita parallela non è uno sfigatone. Lui fa le foto. Approposito di costumini scpaiderme per me è un pò un simbolo. Pensate che a circa 12 anni mi ci mascherai. Sembravo scpaiderme femmina dopo aver mangiato una teglia di lasagne. Avevo la tuta gonfia sulla panza col ragno dilatato proprio altezza ombelico.

Tarza. Magari lui lo vedete già meno supperoe, ma non è così. Innanzitutto aveva i piedi come la pubblicità di Pirelli gomme, quella con uno che corre e poi si vede che ha i piedi rivestiti di copertone. Poi si era fatto da solo il vestitiello, che gli copriva solo il pistolino, e non gli cadeva neanche quando urlando come un ossesso scimmiottava gli scimpanzé appeso alle liane.
Poi diciamolo, si tromba la gnocca che si perde nella foresta. Tanto animalo ma mica scemo. E poi diventa educato, quando lo portano in città. Insomma tarza e orzouei soddisfano quella voglia di selvaggio che c’è in ogni casalinga. Ecco perché per me anche lui è un supperoe.

Ulche. Ulche è il classico supperoe bambacione. Quello grosso che quando rosica diventa iroso e violento. Però non è cattivo. Poi ha un sacco di problemi, prima di tutto il fegato. Ce l’ha appesantito, e quando si incazza diventa verde. Gli piace andare in palestra e si prende gli anabolizzanti, la creatina e la taurina. E si vede. Sotto al vestito nasconde swarzenegger ai tempi d’oro. Lui batte i pezzi a Uondeuoma ma lei non gliela da.

Capitanameri. E’ il cugino americano di suppemen e lo imita solo che ha paura di prendere le botte quindi s’è comprato il caschetto da moto con le stelle da fico. Anche lui ha il tutiolo che è un mix tra uondeuoma e suppemen, sempre a stelle e strisce. In realtà lui è come Bossi. Di fondo xenofobo, sta sempre a dire “l’america qua, l’america là” “i francesi hanno la puzza sotto il naso, gli italiani pensano solo a mangiare, gli spagnoli non si lavano…”. E’ contro l’Europa, convinto che l’America è meglio. Lui non mi fa impazzire come supperoe ma il suo casco lo vorrei da morire.

Poi ci sono i fantastici 4:

sanpietrino, quello che è tosto più della roccia, e che magari a vederlo non è proprio caruccio ma è forte da morire. Poi se devi schiacciare i pinoli è perfetto, lui te li apre con un colpetto di mano.

Ressica, la donna talmente secca che è invisibile. Quanto ho desiderato di essere lei, almeno un giorno. Intanto mi mangerei veramente di tutto (poi mi chiedo se si vede solo quello che ho ingoiato, mentre faccio le missioni per salvare il mondo) e poi che goduria senti tutto e vedi tutto e ti puoi intrufolare a casa del tuo ragazzo dopo che hai litigato a morte e vedere cosa fa. Anche se più o meno già lo so: si svacca sul divano con birrozza e rutto libero, e si vede 18 ore di tv a palle all’aria. E poi Ressica è sposata con mistermaravijoso.

Mistermaravijoso è il marito di ressica. E’ un tipo molto elastico e snodato. Poi dei supperoi è quello più intelligente di tutti, l’unica cosa è che la sua vita sessuale non è un granchè. La moglie non la vede anche quando ci tromba. E’ un mito al salto in lungo, perché si allunga all’inverosimile, sembra quelle palle di gel che vendono i pakistani per strada, che le tirano e si spiaccicano sulla parete e poi piano piano ritornano normali. Ora, saranno passati troppi anni da quando guardavo i fantastici 4 ma se potessi scegliere non vorrei essere mistermaravijoso. Come suppepoteri i suoi non mi entusiasmano affatto, eccetto quando sto sul divano e devo prendere qualcosa che non è a portata di mano.

Mr. Ciaidaccenne. Lui è quello focoso. E’ tutto n foco sempre, un po’ tipo Berlusconi ma con i capelli rossi, la pelle rossa, la tuta rossa, le fiamme rosse… ha lo sguardo infuocato, e a letto vicino a lui non ci puoi stare perché tiene troppo caldo. Sarebbe perfetto per l’isola dei famosi.

giovedì 17 marzo 2011

Italietta mia.

cara italia,
mia italietta,
scusa tanto se so schietta,
oggi tutti a festeggià
mentre io sto a lavorà.
artro che napolitano
rimorchiassi un ber sultano
vedi come me converto
e magari me diverto.
artro che sti tricolori
qui le tasse so dolori
cor piccì sto qui a sudà
mentre c'è chi sta a cantà.
canta pure, e sai che dico?
mostra pure l'ombellico
mostra panza, culo e tette
mentre io sto a chiappe strette
a penzà come svortà
senza famme violentà
dan porcello cor potere
ch'è fissato cor sedere.
bella itallia mia italietta
me costringi a esse schietta
nun c'ho i sordi pe scappà
e me tocca de ingoià
le notizie sur tiggì
che me fanno dimagrì
nun me sento gniente bene
quando ascorto de le pene
de sti pori musi gialli
che nun ponno più scappà.
e poi dopo du minuti
fanno vede li cornuti
quelli come ser bocchino
radicale piddiellino.
mo me chiedo,
dico io,
che me frega de cavour, de l'italia
e de mazzini
quando morono i bambini?
meno male che c'è r gossip
che c'è r nano fracicone
lele mora e le tettone
meno male che c'è ruby, raffaella e la minetti,
che so peggio dell'insetti..
mosche ragni e piattoloni,
basta che sganci i sordoni
e l'italia se distrae, quest'italia moralista
che se compra la rivista
dove trovi r sor corona
e la nuda mammellona,
mentre stamo tutti ar chiodo
a cercà de dì "io godo".
noi godemo de riflesso
cor cervello dentro r cesso
e co' l'occhi ben puntati
sull'erbetta der vicino
co la machina e le rate
pe comprasse un pò de fate
mentre cara mojettina
tu te sogni l'olgettina.
tanti aguri italia mia
tante cose tanto belle
tanti aguri all'italiani
e speramo ner domani,
che magari cambierà
senza facce disperà.
e pò esse che se prego
posso dì che me ne frego
de berlusca de bocchino
de le droghe e der pizzino
de le frecce tricolori
e dei sordi pei trafori
de mazzette e spintarelle
de la sagra dee belle
de quest'inno nazzionale
che me pare n pò banale.
italiè, tu me devi da scusà,
me dovevo da sfogà.

glitagliani

oggi è la festa dell'unità d'Italia.
ho scoperto di non essere particolarmente nazionalista, visto che godo perchè è vacanza e più o meno basta. però l'idea che tanta gente è felice e ha messo le bandiere fuori dal balcone mi fa piacere, siamo un pò più ammerigani, un pò più mostarrrda (cfr. albertone in un americano a roma).
solo che non ho molto da dire su questo tema, però mi piace pensare agli italiani.
perchè in fondo siamo folcloristici.
Partirei da una giornata in spiaggia a maratea. agosto. un caldo beduino. la spiaggia sembrava un concerto. la sabbia neanche riuscivo a calpestarla. passavo da un angolo di stuoietta a un asciugamano, ma mica perchè la sabbia era calda, era perchè c'era talmente tanta gente che il suolo era occupato al 100%. corponi seduti, sdraiati, in piedi. ciambelle gonfiabili, ciambelle cariche di crema, termos, tavolini, ombrelloni variopinti, tende canadesi, ragazzini urlanti, cambio di pannolini, spaghettate, mollettoni col fiore, creme solari puzzolentissime. pomodori secchi in panini giganti e untissimi, insalatone tonno e cipolle di tropea, sandalini e sandaloni, slip e paccotti maschili in bella vista, una marea di peli su schienoni abbronzati, donne tettone con costumi di tezenis e yamamay (o come si scrive) di quelli di lycra super lucida con tagli improbabili e strass e pendaglietti. capelli ricci ispidi intrisi di olio solare, e qualcuno ancora che azzardava lo spalmaggio con la nivea, quella nel barattolino di latta.
Io una volta l'ho fatto. anzi, che dico, più di una volta. ma la peggiore era lontano da qui. a Los angeles. 16 anni, con l'amica italiana. mi preparavo a stare un anno lì, e dopo una settimana avrei fatto il colloquio di orientation con i miei nuovi compagni di scuola. volevo essere bella e abbronzata. quindi verso le due vado in spiaggia e ci spalmiamo circa mezzo chilo di quella crema grassa con l'odore inconfondibile. ci stiamo circa due ore, al sole. poi lei è metodica: 30 minuti davanti, 30 girate. anche a morire di caldo non ci si poteva girare, una fatica bestiale. torniamo a casa fiere della nostra abbronzatura. a casa mi rendo conto che sono diventata un misto tra indiana e nigeriana, nera come la pece. però avevo caldo, tanto caldo.
la notte entrambe eravamo provate. un caldo bestiale, il lenzuolo quasi fastidioso. ma a 16 anni sei così, irresponsabile e superficiale. il giorno dopo andammo a disneyland. mentre camminavamo, affaticate, sotto il sole che sembrava una stilettata sulla pelle, mi asciugo il sudore tra le tette. sorpresa. avevo micro bolle d'acqua sul decollete. a guardare meglio mica solo lì. insomma ci eravamo trasformate in due bolle d'acqua ambulanti. ohnnoooo! ora mica mi spello! pensavo solo a quello.
Per tagliar corto sono arrivata all'orientation day che la gente mi guardava tra l'impietosito e lo schifo. avevo brandelli di pelle che mi penzolavano ovunque, faccia compresa. e non potevo fare nulla, a tirarli via mi sarei probabilmente scuoiata.
sembravo whoopy goldberg all'italiana ma lebbrosa. un vero bijoux. i primi amici me li sono fatti mesi dopo. ed erano tutti orientali, che per indole sono educati e non ti dicono "ammazza me facevi proprio schifo co tutta quella pelle morta che te pendeva".
comunque ritornando agli italiani... sono belli, e stimati nel mondo. vallo a capire.
per non incappare in generalismi faccio una lista di quelle che sono le categorie di italiani che mi vengono in mente... senza cattiveria, si intende... ehhh:
. la donna del fleming. che poi è la donna borghese delle grandi città- capello fatto, meches, scalato. jeans stretto, pesa circa 30 kg, ha la borsa firmata e quando si evolve guida un suv. ha le unghie con lo smalto di chanel (quello quasi nero che ora sta per essere rimpiazzato da quel colorino color fango che trovo osceno)
. l'uomo professionista delle grandi città. se fa l'avvocato o il commercialista è in giacca e cravatta, distinto. ha il fay o comunque la giacca semi sportiva che costa 1000 euri. guida lo scuterone, e ha l'aifon o il blecberri, con l'auricolare. nel tempo libero ha il maglione di cachemere e guida lui il suv. gioca a qualcosa (calcetto, tennis, o va al circolo in generale per fare il fico con la moglie bionda coi capelli scalati che pesa 30 kg e non sorride mai).
- la donna ricca di provincia. ha i capelli piastratissimi. anche lei ha il jeans stretto ma con gli strass e di marca. ha i tacchi sempre ed è più truccata, con le unghie più lunghe. parla in dialetto ma di nascosto. la borsa è firmata ma anche la cinta, l'anello e gli occhiali da sole, che sono enormi. ha i figli griffati a vomito, e il marito industriale.
- il marito industriale di provincia. Si è fatto da sè o ha ereditato da un padre che si è fatto da sè. non si mette mai in giacca e cravatta e quando lo fa anche lui fa vomito (scarpe a puntissima, vestito di ermenegildo zegna lucido con cravatta a foulard), si veste come quando in tv negli anni 80 andava via la linea (tutto colorato, colori preminenti arancione verde acido viola e blu elettrico, possibilmente tutti insieme).
- la signora anziana di paese. ha la faccia incazzata da quando è nata. i capelli fatti a boccolotti alti, bianchi o celesti, un vestito nero o color non colore, maglioncino. si veste leggera rispetto agli altri. calza super opaca color carne di morto, e scarpetta simil valleverde deformata dal piede con l'allucione valgo. quelle che piacciono a me hanno anche le caviglie enormi. cucina da Dio, cuce, e rimpinza i nipoti obesi.
- l'agente immobiliare di tecnocasa (non me ne vogliano, non ce l'ho con tecnocasa, potrei dire gabetti, o che ne so). si profuma peggio di una mignotta. è lampadato a bestia. ha un completo grigio perla lucido gessato a righe grosse bianche. la camicia nera che fa tanto stacchetto. un collo da 6 bottoni che gli impedisce qualsiasi movimento, un cravattone che risplende come fosse una coccarda dell'uovo di pasqua. le scarpe sono lunghe, color senape, con punta e finale quadratino, e impunture a vista. gira con una ventiquattrore vuota e ha anche lui lo scooterone. se non vomiti per la scia che lascia nelle case che ti fa vedere tutto sommato è anche affabile, ti prenderebbe a mozzichi pur di convincerti a farsi pagare la provvigione.
- la starlette di grande città. è un clone con tette rifatte della donna del fleming versione giovane, a roma infila un "cioè" dopo l'altro (cioè ti giurooo ma cioè ti pare che poi le unghie cioè me le fai senza french? cioè poi giggi al tavolo non va a salutare quella che poi tra l'altro cioè non gli si vedono neanche le ossa sui fianchi? cioè assurdo!) si mette il fondotinta e ha gli occhi che si aprono per miracolo data la quantità di mascara. gira con la smart, e ha un cane piccolo al seguito che ignora completamente.
- l'avvocato da tribunale. l'essere più triste dei professionisti. scarpe finte mocasso, un pò comode (perchè in effetti sta quasi tutto il giorno in piedi). completo grigio topo, cravattina, look che sa di sudore stantio. giaccone antipioggia da cavallerizzo, sciarpa a bavaglio, ventiquattrore di the bridge carica e consunta. quando ti vede ti dice "ciao collega" e neanche ti ha mai visto. quando mi capita di incontrarli (praticamente mai) mi viene una tristezza peggio che quando mi rivedo l'incompreso.
- la coppia alternativa radical chic catto comunista. lei ha i capelli tagliati a carrè, crespi e gonfi, praticamente grigi, perchè la tinta è da edonisti. Ha i panta simil indiani e le scarpe che sembrano pantofole ma sono di clergerie, un cappottone di lana cotta informe e sotto un maxipull di cachemere anch'esso informe. i colori vanno dal viola al rosso scuro. gli orecchini sono etnici. lui è panta di velluto, tshirt anche a 70 anni, maglione e giaccone da pioggia piuttosto anonimi, e per distinguersi una di quelle sciarpone arrotolate due-trecento volte, e borsello. ha le clark, ovviamente. hanno anche loro il suv e vivono nell'attico mega fico ma attrezzato a "sai, la casa l'abbiamo presa grande perchè leggiamo molto e non sapeva dove mettere la sua collezione di micromega". di solito lei ha anche il gatto.

per ora mi fermo qui, so già che mi farò una marea di nemici. ma alla faccia, stereotipare mi diverte da morire.

w l'italia e l'italiano e i bucatini e la pizza del forno e le donne bone italiane che danno una pista a tutte le altre.

domenica 13 marzo 2011

la vita che vorrei

non credo sia un pensiero originale il chiedersi qual'è la vita che vorrei.
è una banale riflessione diffusa. ma oggi è tutto diverso, perchè per un giorno non sogno le cose che fino a ieri ho desiderato.
semplicemente perchè è tutto così difficile che forse è spontaneo fare i conti, dopo anni e anni che la speranza ti porta sempre negli stessi luoghi della fantasia.
Eh si, perchè la vita va a prescindere dalle tue aspettative e dal tuo cammino.
Posso anche scrivere ogni giorno ma se in programma per te non c'è che diventi jane austen o harold robbins forse è bene che cambi piano d'azione.
Allora sapete che vi dico?
vorrei essere una ginnasta di quelle che fanno le piroette con la spaccata inclusa, quelle che hanno le chiappe di marmo e sono alte tre soldi e un cacio. così sulla spiaggia al tramonto invece di passeggiare posso fare quella sorta di corridoio di capriole e salti mortali e sentirmi il corpo leggero leggero leggero. e poi posso giocare con la palla e il cerchio e i nastri come ora gioco con angry birds sull'aipadde.
e poi avrei il corpo scattante e ricettivo. baricentro basso, possibilità di mettermi anche con uno fico ma nano (ora non è possibile, odio le donne più alte dei loro compagni, già mi sento un pò appesantita da continui aperitivi e gnocchi alla sorrentina e formaggetti francesi, figuriamoci se nudi uno davanti all'altro mi dovessi presentare col corpone piazzato davanti a un esilino che per guardarlo devo pure chinarmi, non se ne parla).
poi vorrei essere forrest gump. pensieri lineari, puliti. niente dietrologie. buono, ingenuo ma schiacciante. allora sì che vedrei solo la verità, invece di restare imbrigliata con le parole che non corrispondono ai fatti. Amerei incondizionatamente senza crearmi aspettative. non me ne fregherebbe niente che su yoox ci sono i jeans che voglio da morire però non li hanno messi in saldo. e poi non dovrei mai mettere i tacchi. niente lavoro di intelletto e responsabilità, sorrisi per tutti e mille sorprese al giorno. Si perchè forrest aveva di bello che si stupiva per tutto. io molto di meno (eccetto quando salgo su quella cazzo di bilancia quei giorni che ti svegli con la pancia particolarmente piatta e sei convinta che hai buttato giù due chili - senza un motivo preciso - e poi invece quando ti pesi scopri che ne hai messo su uno, di chilo. mi stupisco, si, ma poi impreco e di solito cambio le pile - come se servisse).
poi vorrei avere 25 anni. senza il tempo tiranno che ti tira scemo a farti pensare che non sei più di tanto legittimata ad andare in giro con la vespa, il kway e la musica nelle orecchie a tutta velocità come se stessi correndo all'appuntamento con i tuoi amichetti per andare al mare, o se fosse tardi per la lezione. 25 anni di testa e nuove rughe la mattina. ora ne ho una nuova fantastica. è orizzontale, sulla guancia proprio altezza zigomo. E' la piega della notte, l'ho chiamata così. mi accompagna per circa 2 ore dalla sveglia. è anomala e mi sembra la cicatrice di capitan harlock al contrario. vallo a capire. e poi non avrei aspettative ridicole di famiglia (quando poi di presupposti non ce ne sono e non ce ne saranno mai, tutt'al più posso fare la zia di nipoti acquisiti, tanti e belli ma che ti spupazzi una, due volte a settimana per un paio d'ore). poi potrei portare la minigonna senza sentirmi una sorta di sconsy (ve la ricordate? quella bora che per un pò buttavano in trasmissioni e che era solo una super rosicona cozza che voleva fare la simpatica) che si vestiva da zoccola sicula. ecco, io con la mini mi piaccio, mentre me la provo a casa, davanti allo specchio. poi ci esco e di colpo mi rendo conto che sono ridicola. e cerco di coprirmi con il cappotto. risultato: sembra che mi sono fregata le cose al supermercato. giro tipo maniaca aggrappata al cappotto passetto passetto. e poi se mi guardo le gambe di colpo mi sento cosciona.
poi vorrei essere heidi. a piedi scalzi per le montagne. ci sono talmente tante cose positive in heidi che un elenco è d'obbligo:
1. è carina senza fronzoli. capello corto, guance rosa.
2. è sempre di buon umore
3. ha un cane fantastico e anche una pecorella. io la pecorella non ce l'ho e anche sul cane avrei qualcosa da dire, visto che mi mancano da morire tre nani che non vivono con me e non sono miei.
4. gira a piedi nudi e mai in una puntata l'abbiamo vista che bestemmiava per aver intruppato in un sasso o per un vetro o una spina o una cacca di nuvola o fiocco.
5. dormiva in un letto di fieno che sembrava anche comodo. quindi non è un soggetto allergico e ha una pelle d'amianto.
6. ha un fedelissimo peter che la adora e non litigano praticamente mai, e solo perchè non hanno fatto il sequel di quando heidi e peter sono adolescenti ma di sicuro finiscono felici a fare la famiglia nella casa del nonno e cresceranno figli sani e con le guance rosa che respirano aria pulita.
7. heidi è pure buona e positiva. mica come me che sto sempre a rimuginare. direi che spesso invece di heidi io sono brava a fare calimero. cazzarola.

e poi... direi che un altro desiderio potrebbe essere essere uno di quelli che hanno fatto le invenzioni da sballo, che ne so, quello che si è inventato il tetrapak. ora vive di rendita e se la gode. tanto sforzo, una botta di culo e un bel brevetto internazionale. invece non mi sono inventata proprio un bel niente e per vivere mi tocca farmi il popò ogni giorno, senza garanzie per il mio futuro, nel senso che rientro nel mondo dei fortunati che se hanno una carie possono andare dal dentista e anche in vacanza, ma non ho inventato neanche il blocco di sicurezza all'accendino bic. insomma creatività poca e soprattutto senza rendita.

che altro... vorrei vivere in campagna con l'affaccio sul mare, e raccogliere i miei pomodori che ovviamente il contadino mi coltiva (mi sono morte pure le piante abusive nei vasi di fiori morti soffocati dagli agenti infestanti quindi mi sa che dsa sola non vado lontano).

quindi tirando le somme... nella vita che vorrei sono un forrest gump femmina col fisico da ginnasta artistica che fa piroette insieme a peter tra i pomodori fino al mare vestita con minigonna di tetrapak inseguita da una capra. ovviamente venticinquenne.


oh. ora mi sento meglio.
tanto più o meno questi pensieri sono realizzabili tanto quanto i miei vecchi sogni.

mercoledì 9 marzo 2011

luoghi comuni

uno crede che crescendo, maturando e forse anche invecchiando, si impari dalla vita e non si cada più in luoghi comuni.
invece.
invece non è affatto così.
eccone alcuni:
- il trattamento alla cheratina fa bene ai capelli. chiedetelo alle mie punte bruciate, e dopo due mesi in testa ho un maglione merinos nè liscio nè riccio;
- portare i tacchi senza avere un male bestia è solo una questione di abitudine. non è vero. ho comprato tutti tipi di tacco. a fine serata i mignoli bestemmiano e l'avanpiede sotto pure.
- per perdere 2 kg prima di una serata in cui devi vestirti elegante basta prendere mezza pasticchetta di diuretico. L'ho fatto. ho pisciato anche un rene e sono finita a letto con le gambe alzate, la tachicardia e la cornetta all'orecchio con la zia medico a rassicurarmi. pensavo di morire.
- la birra è meno ingrassante del vino. ci ho creduto per anni. ora che è troppo tardi e ho un salvagente al posto del punto vita mi arrendo.
- se ti svegli presto la giornata è più produttiva. io se mi sveglio prima delle 8 meno un quarto realisticamente mi rendo di essere parte di questo mondo verso le 11:45, per poi ricadere in catalessi alle 5.
- saltare i pasti fa malissimo. sì, magari è anche vero, ma è sempre meglio che mangiare le melanzane alla parmiggiana o la carbonara.
- la famiglia del mulino bianco esiste. mavaffanculo, parliamoci chiaro. negli spot prendono due ventenni strafighi, gli mettono le fedi e poi li avvicinano a tavola con tre figli dagli undici anni ai tre, tutti modelli. e si sfondano di pan di stelle e sono magri. fatemi il favore.
- pesa 30 kg ma mangia come una bestia. si, magari è la più mangiona di una famiglia di colibrì, ma solo guardando fianchi e addome di queste stronze che ti dicono frasi come "magari potessi ingrassare" ti accorgi che fisicamente una teglia di lasagne nel loro stomacino non entra. nel mio c'entra e avanza anche il posto per il chischeic (cheesecake).
- gli piaccio, sono sicura. questa frase parte male sin dall'inizio. noi donne siamo troppo proiettate a chiederci se noi andiamo bene per loro. ma cazzarola bisognerebbe chiedersi se loro vanno bene a noi. d'altronde se lui ti dice "o ti tagli un dito o ci lasciamo" noi povere cretine ci pensiamo anche un attimo. almeno io ci penso. poi se ti azzardi con un "ti prego vai piano in macchina che ho paura" ai loro occhi sei già come la madre, rompicoglioni e da allontanare. direi che forse è il caso di rinnovare l'equilibrio.
- ora si che stai bene. prima eri troppo magra. ecco, poi questa chiude il cerchio. tradotto: sei ridiventata una botte. e tu che litighi con i jeans prima di uscire ti senti Faccione e Luciana Turina. ma c'è tempo anche per ipotizzare il famoso regime.

buona serata da una me umorale e sostanzialmente triste.
(capita, credo).

lunedì 7 marzo 2011

giovedì 3 marzo 2011

ERMANTRA

Ermantra è na sorta de preghierina che va ripetuta tipo nenia per ore, con evidenti effetti benefici. Magari lì per lì non ve ne accorgete, ma funzionano. quindi non posso non condividerne con voi alcuni, importanti, per rendere la vostra vita, il vostro corpo, la vostra anima, sempre più vibranti.


KUL OH KUL OH SALJ SALJ
ZIHN NE SOD HE ZIHN NE SOD HE
GNOKKASON

Perché questo mantra riesca a liberare tutta la sua potenza benefica, è opportuno prepararsi fisicamente e mentalmente. Munitevi di una corda lunga abbastanza da poter stare - tipo collana - con gli estremi all’altezza dei seni. Prendete due sacchi di iuta e riempiteli di cubetti di ghiaccio. Annodate i due sacchi agli estremi della corda. Sul pavimento mettete della pellicola per alimenti e cospargetela di Fanghi di Guam.
Questo mantra va recitato respirando profondamente, dopo aver applicato doppio strato di Somatoline su tutto il corpo tranne faccia e parti intime. Chiudete gli occhi, sedetevi sul Fango di Guam, mettete la corda intorno al collo così che i sacchi di iuta si adagino sui seni.
Iniziate respirando profondamente e poi iniziate a recitare il mantra.
Ripetetelo per circa due ore, sentendo vibrare il vostro corpo.
Il gluteo e la zinna ve ne saranno grati.

JEPY ACCIO NACIF RAH
JEPY ACCIO NACIF RAH
MOH MEHFI DANZHO

Questo mantra ha un potere incredibile ed agisce sul chackra della seduzione.
Per ottimizzarne gli effetti munitevi e indossate una tuta retata di lattice nero naturale, e mettetevi carponi.
Il rossetto rosso aumenta cromaticamente l’energia sprigionata. Importantissimo lasciare la porta di casa aperta o praticarlo al parco.
All’inizio percepirete un lieve disagio alle ginocchia. Non curatevene e continuate a recitare il mantra. Se la concentrazione non è altissima comunque ne trarrete beneficio,
l’energia sprigiona un richiamo naturale del maschio medio porco italiano. Qualcuno ve se tromba sicuro.


ISORD VOH JOLI SORD
ISORD VOH JOLI SORD
MORHUBO

Questo è un mantra legato al benessere e alla vita serena.
Vi aiuta a focalizzare sulle cose importanti della vita, e se praticato tutti i giorni vi renderà liberi da dipendenze e soprusi della quotidianità. E’ il più diffuso tra politici, manager, e uomini di successo, insieme al mantra SIH MME LOSKOP OH POHJ FAC CIOH LAVELJ NA,
più praticato dalle giovani donne.
Per ampliarne gli effetti si consiglia di praticarlo in metropolitana, o davanti all’ufficio delle poste a fine mese (il calendario astrale incide sulle energie quantiche).
Una pistola giocattolo (simbolo del potere) è l’amuleto che completa l’esercizio.
Recitatelo sussurrando nelle orecchie di anziani, disabili e bambini.
E’ comprovato che i risultati arrivano, sempre che non ve mettono al gabbio.


mercoledì 2 marzo 2011

mica lo so

mica lo so, oggi, di cosa voglio parlare.
o scrivere (che sarebbe più appropriato).
la verità è che tanto esco comunque fuori tema.
potrei parlare della ritenzione idrica. ma a quel punto varrebbe la pena mettere una foto delle mie caviglie. oggi sora lella mi fa una ricca sega (questo è un modo di dire romano, fine, ma che rende l'idea).
mi dicono che gli altri ti amano quando ti ami per prima. e quindi ho deciso di amarmi in modo stravolgente, da film di bollywood, da libro harmony. mi amo come una modella che si è appena accorta che è sulla copertina di vog (vogue per chi non apprezza che scrivo le parole come si pronunciano).
mi amo come la nutella. mi trovo bellissima e globale, burrosa e sexy. intelligentissima ma mediata da una dolcezza cosmica ed eterea. ho i capelli corposi fino al culo, lucidi come le giapponesi ma non neri e più grossi e folti. come un'indiana color castagna. mi amo per le lunghissime gambe affusolate a tratti muscolose, mi amo per la sottile ironia che mette di buon umore senza offendere mai.
mi amo al punto che mi regalerei una ferrari, l'ultima, quella più figa. e la vorrei lilla, con dei fiorelloni sul cofano. mi amo come i vecchietti turisti americani per mano con le scarpe da ginnastica talmente bianche che sono rifrangenti e la visiera. mi amo come il celestino nei capelli delle vecchiette di una volta. che andavano in giro fiere con i loro capelli blu. mi amo come un maglione di cachemere oversize che si ruba nel cassetto del fidanzato e che ti avvolge tutta.
ho una pelle talmente perfetta che ci si potrebbe pippare la cocaina sopra. ahahah questa mi ha fatta ridere da sola! mi amo perchè rido e faccio ridere e sono talmente brillante che milly carlucci è una emo in confronto.
ahahahahah oggi sono proprio simpaticissima.
continuo. sono talmente intuitiva che paolo fox e branco in confronto sono due rivenditori della skoda. mi amo come se fossi una range rover bianca coi vetri neri (me ne sono innamorata ad abu dhabi, è esattamente elegante e burina come me).
mi amo per come zompetto fuori dalle macchine, sembro una leggiadrona, una sorta di mega farfalla. (no, non una falena. una farfallona).
mi amo come il nuovo gusto dell'hagen daz (come cacchio si scrive? comunque è il gelato buonissimo): cioccolato, caramello e praline. non avete idea.
amo i miei duemila nei, mi fanno pensare alle smarties. mi mangerei.
amo persino i miei piedi stortignaccoli, perchè sono quel dettaglio che mi permette di restare con i piedi per terra e non montarmi la testa.
amo la mia capacità di dormire ovunque in qualunque condizione (compresa fronte su tastiera del computer, per svegliarmi con shift sulla tempia).
e perchè vogliamo parlare di come parlo le lingue? lasciamo perdere. mi mancano giusto quelle difficili -russo, cinese, arabo, sardo, foggiano). per esempio il brasiliano? lo parlo cantando. posso comunicare con la garota de ipanema, e dire tutte le parole contenute nelle canzoni di bossa nova. magari non ci mangio ma se incontro degli italiani posso fare la figa. tanto che ne sanno.
e come guido. al volante sono innanzitutto una gran signora (nel senso che riempio bene la macchinina) e poi sono affabile e scattante. non faccio il dito e semmai mentre sorrido elenco i peccati della madre di chi mi rompe i coglioni per strada. ma loro da dietro il vetro mica se ne accorgono.
e poi sono generosa. molto molto generosa. con me stessa soprattutto ma anche con gli altri. per esempio dò a chi viene a casa mia il codice per accedere alla rete wireless. voglio dire. coi tempi che corrono mica è da poco. poi mi lavo i denti, ogni tanto. e ho degli occhi che sono due specchi lucenti, come i manga giapponesi. ho anche la testona bella grossa da manga ma vabbè.
e sono atletica! ho persino remato, l'altra settimana. sono andata sul tevere. mi sono messa un tutiolo a vita alta e un kway e una sciarpa che mi impediva il respiro. sembravo una sorta di suppostone in canoa. avevo paura dello schizzo assassino. quello che mentre sforzi da pazzi col remo quella davanti perde il controllo e zac, goccia di tevere in bocca. non si può rischiare. anche se a ben pensarci considerando la quantità di topi che abitano il biondo tevere ho solo rischiato di trasformarmi in una bella topa.
ancora di più. e ho le tette grandissime (te credo, tutto si ricongiunge a quando sopra ho scritto che sono globale, non ci dimentichiamo che sono ingrassata 9 kg, mica no). e non è da tutti, quindi sono anche fortunata. chiedete a una secca allampanata se ci riesce. scommetto di no.
per riassumere... sono troppo troppa.

ohhh. ora si che mi amo.

Finalmente.

Finalmente ho capito.
Una caterba di cose.
Primo:l'influenza intestinale é una benedizione. Tu vomiti, vomiti, vomiti, e perdi peso senza sforzi. In più quando leggi il quotidiano puoi dire "mi viene da vomitare" a ragion veduta.
Secondo: la gatta morta è meglio della gatta che tanto va al lardo. Perché la prima ottiene tutto quello che vuole, mentre la seconda ci lascia lo zampino.
Terzo: se fai sport una volta a settimana è meglio che te lo guardi alla tv. Ti eviti acido lattico, confronto con le strafighe (almeno hai la scusa che a te non interessa l'aspetto estetico), e soprattutto fatica e ascelle puzzolenti.
Poi: non vincerai mai a niente se non giochi. Nel Superenalotto e nella vita in generale.
I punti neri esistono anche sulla pelle di alabastro delle modelle. Basta comprare lo specchietto di ikea che si attacca al muro e sparare una luce accecante. Se guardi bene li trovi.
Se sei onesto non diventi miliardario. Senza aggiungere commenti.
La lattuga non è di facile assimilazione, lo dico proprio perché ho vomitato.
I tacchi fanno fico solo se ci sai davvero camminare. Sennò sembri una che si è cagata sotto e ha paura che il ploppete gli cada fuori dalle mutande.
Gli uomini nella vita desiderano poche cose, ma semplici: due tette e un culo, possibilmente muti, che li accudisca a tratti, una tv, grattarsi le palle in libertà e che non gli rompano i coglioni.
E infine cazzo la cosa che mi fa sentire più cretina. Se proprio vuoi andare al ballo delle debuttanti non devi essere nobile. Basta essere zoccola.

martedì 1 marzo 2011

la bontitudine

...e poi ci sono giornate come queste.
non voglio essere seria, questa volta, ma non è facile.
perchè ci sono giornate in cui davvero sei più buona del solito. come quando, che ne so, vedi che cade di mano qualcosa a qualcuno e ti fiondi a raccogliere.
o quando per strada butti via la carta che avvolgeva il cornetto del bar nel cestino..ti accorgi che hai fatto cilecca col secchio della spazzatura e invece di fare la vaga ti fermi, torni indietro..e caspita, ti chini e butti la cartaccia dove deve stare.
A me capita anche di esasperarlo, questo senso civico. delle volte sono così stronza che se qualcuno butta per terra qualcosa (scontrino, fazzolettino di qualsiasi genere, carta di caramella)...beh, corricchio, busso sulla spalla e con un bel sorrisone avverto "credo le sia caduto qualcosa in terra! proprio lì, vede?"
la gente si scoccia. te credo, dico io. Che sono nata rompipalle non si può proprio dire. ma forse proprio per questo adesso non sono nota per essere santa maria goretti (che poi dovrei approfondire, su questa santa. deve essere stata proprio buona buona visto che la citano sempre quando si parla di bontà, diciamo che se la batte con madre teresa, secondo me in cielo tengono il conto citazioni e hanno aperto un vero e proprio picchetto. "punto goretti 3 a 0 su calcu."
comunque dicevo una santa no, una timida no, una morigerata no. però prima ero: prima prima meglio, poi peggio, poi poi peggio peggio, e ora molto meglio.
come mai?
innanzitutto da bambina avevo la fantasia dalla mia. non dovevo fare chissà cosa, perchè la mia vita era completata da sogni incredibili dove volavo che era una meraviglia. Ho iniziato con la più banale delle lievitazioni dei santoni, nella stanza gialla (quella dove dormivo da bambina). poi piano piano sono passata alla fase tartaruga (agiti agiti agiti tutto e ti muovi di qualche centimetro), poi alla fase gallina (senza controllo e voli sconnessi, mai lunghi), per arrivare dopo un certo defatigante training a fare il raggio fotonico. e se non avete visto i cartoni animati forse sono pure cazzetti vostri.
comunque da bambina ero presa con i sogni, sia di notte che di giorno. ed ero brava. dicevo sempre si, ero molto generosa, avevo la scarpa ortopedica che nel caso era un'arma letale (una volta infastidita da un compagnetto decisi di provare. d'altronde come si può ignorare un messaggio adulto chiaro: "tina, con queste scarpe mai, mai, mai, mai calci". il bimbo divenne livido. ora credo sia il compagno di renato balestra, dopo aver preso parte nel coro delle voci bianche. e comunque di sicuro se non gli si sono avvizziti i due fichi d'india adesso sono sicuramente inidonei all'uso).
Ero brava e fantasiosa. questa miscela a volte è esplosiva. e poi anche un pò lasciata in balia, diciamolo. ora, che una madre regali alla figlia una tartarughina d'acqua ci sta. che la figlia sia stracontenta pure. che la madre la metta nella palla di vetro del pesce idem. che la figlia per giorni la abbotti con mezze scatole di mangime pure. ma che entrambe non si accorgano, ignoranti, che la povera renata (eh si, l'avevo chiamata così), per vivere deve pure un pò riposarsi...
la morale è che l'abbiamo (e incolpo anche la genitrice) fatta nuotare e mangiare a bestia per 15 giorni consecutivi. dopodichè è andata a giocare al picchetto con terry e mary goretti.
poi avevo un estro... ma un estro... il taglio di capelli a tutto ciò che mi circondava era atto dovuto nei momenti di solitudine. anche alle frange dei tappeti persiani. quello al nonno non piacque affatto.
e poi i cartoni... se oggi rivedo mazinga, mazinga zeta, ufo robot, daitan tre e jeeg robot d'acciaio, bero e ben, e persino lady oscar... erano quasi splatter. oltre che poco chiari anche a livello sessuale (no, dico, chi di voi dell'età mia e femmine non aveva preso la cotta per lady oscar? cazzo era una femmina!). comunque loro esplodevano, si ferivano, e io secondo voi potevo rimanere con le mani in mano? no. con la cugina prendevamo i pennarelli e via. poi arrivava mia madre, dopo il lavoro e nella fase "mettiamoci il pigiama" scopriva le mille cicatrici, ferite aperte. Una volta costrinsi mia cugina a farmi l'intera gamba. laterale esterna. dall'anca alla caviglia avevo punti alla capitan harlock, pezzi di ferita aperta con sangue sgocciolante (pennarelli nero e rosso, molto semplice). per fortuna era inverno. ci vollero circa 15 giorni per eliminare le tracce della battaglia.
comunque volevo parlare dei giorni in cui sei buona, e come al solito ho divagato.
ma va bene così, almeno mi tengo il discorso per il prossimo post...
e ora speriamo di sognare di volare!